Patti (Me): Vicenda Cinema comunale, nessun reato nella gestione Musarra, (Servizio video)

Si chiude, dopo cinque anni, la vicenda legata alla gestione del cine-teatro comunale di Patti durante l’era Franco Musarra.

L’ex gestore della struttura di Via Trieste, nel corso di una conferenza stampa, ha voluto dire la sua su quel periodo. In particolare, Musarra si è soffermato sulla presunta campagna diffamatoria attuata attraverso Facebook nei suoi confronti e sull’accusa di tentata estorsione avanzata dalla Procura della Repubblica nei suoi confronti.

Musarra, dopo cinque anni, ha rotto il silenzio in quanto è terminato il processo per diffamazione contro gli autori di alcuni messaggi apparsi su Facebook nel 2010. Secondo quanto riferito, in quei post pubblici, sarebbe stato accusato di connivenza mafiosa con la classe politica pattese. L’iter giudiziario si è concluso con la condanna di due delle tre persone denunciate da Musarra. Il giudice del Tribunale di Patti ha così sentenziato che le frasi rivolte sul noto social network erano lesive della sua immagine.

Nel corso della conferenza stampa Musarra ha anche illustrato l’esito del procedimento giudiziario, scaturito d’ufficio, dove si è ritrovato a dover rispondere dell’accusa avanzata dalla Procura di Patti di tentata estorsione. Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Patti Maria Giuseppa Scolaro, nel dicembre 2013, ha stabilito il non luogo a procedere in quanto il fatto non sussiste. Secondo la Procura l’ex gestore avrebbe compiuto atti tali da costringere la presunta vittima a consegnarli la somma di 900,00 euro per “servizi aggiuntivi” per la realizzazione di una manifestazione autorizzata dal Comune all’interno della struttura di Via Trieste. Il Gup, però, ha riscontrato la completa infondatezza delle accuse rivolte dalla Procura.

“Sono estremamente soddisfatto – ha affermato Musarra – perché oltre ad essere stato completamente scagionato dal tentativo di volermi accusare del reato di tentata estorsione, oggi finalmente, dopo oltre cinque anni di udienze, interrogatori e battaglie giudiziarie, il Tribunale di Patti ha accertato la verità dei fatti confermando che la campagna diffamatoria attuata al tempo è stata lesiva dell’onore e del decoro della mia persona”. 



19/07/2015 - Pubblicato da Telepatti.it
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