Raccuja, convegno al Castello Branciforti

Nel  quadro della Giornata Nazionale dei Castelli, giunta alla sua XXIV edizione, si è svolto sabato 13 e domenica 14 maggio al Castello Branciforti di Raccuja, nel messinese, un interessante convegno. L’evento è stato organizzato dall’Istituto italiano dei Castelli onlus in sinergia con la sua sezione siciliana. Un altro appuntamento analogo è stato organizzato anche a Mineo, nel catanese, nel castello di Serravalle.

A Raccuja la giornata di studi si è aperta con un seminario all’interno della sala conferenze della fortificazione, dedicata alla memoria dell’avvocato Nunzio Astone che, tra gli anni Ottanta e Novanta, è stato fautore dell’acquisto della struttura da parte del Comune e si è prodigato per portare avanti un ventennale restauro. Lo hanno ricordato le figlie, Maria Annunziata e Antonella Astone, docenti dell’Università di Messina: “Dobbiamo ringraziare la presidente nazionale dell’Istituto italiano dei Castelli, Michaela d’Alcontres Marullo – hanno detto - che ha coronato quel sogno divenuto realtà e portato avanti da nostro padre. Grazie a lei, infatti, oggi l’edificio è inserito nel circuito italiano dei castelli.” Nunzio Astone è stato un amministratore molto attento allo sviluppo di questo territorio.

La tavola rotonda è stata aperta dal sindaco di Raccuja, Ivan Martella, insieme alla presidente Michaela d’Alcontres Marullo e hanno partecipato il contrammiraglio Santo Giacomo Legrottaglie, delegato per la provincia di Messina dell’Istituto italiano dei Castelli e il direttore editoriale della ‘Gazzetta del Sud’, Lino Morgante. Presente all’iniziativa, inoltre, il prorettore dell’Università di Messina, Giovanni Moschella.

Le relazioni tecniche sono state affidate all’architetto Mirella Vinci, soprintendente ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina che ha tratteggiato un’analisi sulla storia e sull’Architettura del castello di Raccuja, “che appartiene a un patrimonio che va salvaguardato e conservato, ha evidenziato la soprintendente. Negli anni la Soprintendenza si è molto impegnata per la salvaguardia della struttura raccuiese. La provincia di Messina possiede tanti castelli, anche perché ha un’estensione territoriale notevole, più delle altre otto province e, quindi, tante preziose strutture da considerare”.    Il professore Biagio Ricciardi, dell’Istituto Italiano dei Castelli, ha curato una breve storia della famiglia Branciforti in Sicilia, “grande famiglia dell’aristocrazia siciliana - ha sottolineato – con radici in Spagna e in Francia, fondatori di almeno 30 grandi abitati nell’Isola”.

Il sindaco Ivan Martella, presente insieme alla giunta e ai consiglieri comunali, ha ricordato “quanto sia motivo d’orgoglio per la comunità di Raccuja avere una struttura tra i principali castelli storici d’Italia. Dopo la fase del lungo restauro siamo ora impegnati nel percorso di valorizzazione, ci stiamo concentrando sul futuro di questo piccolo borgo puntando tutto sul nostro castello, sulla cultura e sulle nostre bellezze naturalistiche”.

“Molto si è fatto per il patrimonio castellano siciliano – ha spiegato la presidente nazionale Iic Michaela d’Alcontres Marullo –tanto ancora si deve fare, come qui a Raccuja, dove il castello, dopo il suo recupero, ha bisogno di essere inserito pianamente nel ciclo turistico ed economico della vita sociale del territorio. Il nostro impegno è quello di creare una rete tra tutti i castelli per alimentare anche una rete del turismo castellano, che ancora manca ed è in grado di risvegliare anche le aree più interne dei nostri comprensori. Bisogna lavorare per strutturare questa rete e renderla attraente”.

E non vi è dubbio come la comunicazione possa contribuire a ciò. Lo ha sottolineato il direttore editoriale di ‘Gazzetta del Sud’, Lino Morgante: “Seguo da molti anni l’attività dell’Istituto italiano dei Castelli – ha sottolineato Morgante -. È necessario riscoprire i nostri borghi che hanno una loro storia e sono microcosmi parecchio apprezzati all’estero. Molti da fuori hanno acquistato case, guardiamo a quanto avvenuto in Umbria e Toscana, ciò sta avvenendo da qualche anno anche in Sicilia e Calabria; oppure pensare al modello dell’albergo diffuso, nuove soluzioni che stanno facendo rinascere tante piccole realtà della nostra Isola”.

Il contrammiraglio Santo Giacomo Legrottaglie è colui che ha capito il valore della conoscenza e divulgazione, aprendo ai cittadini spazi storici ricadenti in aree militari, come il Forte San Salvatore nella zona Falcata di Messina: “Ho cominciato a occuparmi del ‘mondo dei castelli’ quando ero comandante della base navale della Marina Militare di Messina. Il forte San Salvatore è l’immagine della città dello Stretto, l’abbiamo voluta riaprire alla fruizione. Ecco bisogna fare così, i beni architettonici della provincia di Messina devono essere fruibili per essere conosciuti quanto più possibile: rappresentano un patrimonio inestimabile che deve consentire di sviluppare quel volano turistico importantissimo per questi territori, riscoprendo magari anche economie virtuose, come a Raccuja, per esempio la produzione della seta”. 

La giornata si è conclusa con la visita guidata alla Chiesa Madre di Santa Maria di Gesù e il percorso ‘Antonello Gagini tra Messina e Palermo’, curato dal direttore del Museo regionale interdisciplinare di Messina  l’architetto Orazio Micali: “Raccuja è particolarmente importante per la storia medievale della Sicilia – ha spiegato il direttore del MuMe – dopo una fase di depressione dell’Isola, all’inizio del XIV secolo, è seguita una ripresa a partire dal secondo decennio del secolo successivo, che ha portato le città, ma soprattutto le committenze ad elevare la richiesta di opere, chiamando importanti artisti da altre zone della penisola, in particolare Toscana, Veneto e Lombardia fino e oltre le Alpi. In questo quadro si inserisce la presenza di autorevoli esponenti, quali sono stati i Gagini, dal padre Domenico al figlio Antonello, presenze straordinarie sul finire del 1400 e la prima metà del 1500. Le opere sono per lo più presenti – spiega Micali - li dove sono state commissionate e realizzate, prevalentemente edifici sacri ma non solo, sulla dorsale tra Palermo e Messina, dove l’attività di questi due artisti è stata intensa, ma anche in altre parti della Sicilia e del Meridione d’Italia. La Chiesa Madre di Raccuja è un edificio molto importante costruito in un periodo abbastanza lungo, che custodisce opere di valore, anche attribuite a Giovan Battista Mazzolo, testimoniando l’altissima qualità della committenza e anche degli artisti che in quel periodo hanno operato in Sicilia e nella provincia di Messina, chiamati da commercianti e nobili del territorio”.

A seguire le emozioni del concerto di apertura della rassegna ‘Note di primavera’, diretta dal maestro Antonio Leone, note finali di una giornata che ha donato contemporaneità alla Storia.

 

16/05/2023 - Pubblicato da Telepatti.it
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