40 anni fa la mafia assassinò il Capitano dei Carabinieri Emanuele Basile

Il 4 maggio è ricorso il 40mo anniversario dell'uccisione del Capitano dei Carabinieri, Emanuele Basile, avvenuta a Monreale il 4 maggio 1980, durante i festeggiamenti in onore del Santissimo Crocifisso.

'Ancora oggi - ha detto il sindaco Leoluca Orlando - per tutti noi è doveroso dover ricordare la figura del capitano Basile che come coloro che hanno sacrificato la vita combattendo con coraggio contro la criminalità organizzata, rimane un esempio di vita, di visione e di cultura. Il ricordo, affettuoso e sincero, rappresenta anche un ringraziamento al Capitano Basile e a tutti coloro che nelle Forze dell’Ordine e, più in generale nelle Istituzioni, prestano la loro opera con impegno e professionalità al servizio della comunità'.

Nato a Taranto il 2 luglio 1949, terzo di cinque figli, frequentò l'Accademia Militare di Modena. Prima di intraprendere la carriera militare, si iscrisse alla facoltà di Medicina e riuscì a sostenere il difficile esame di Anatomia, ma i sentimenti di giustizia e legalità, valori fondamentali nella sua vita, ebbero il sopravvento sulla professione medica. Fu così che entrò nell'Arma dei Carabinieri. Prima di giungere a Monreale comandò le compagnie di altre città, tra cui quella di Sestri Levante (GE), e di Torre Annunziata (NA), e se la mafia non avesse interrotto la carriera del giovane carabiniere di 30 anni, la successiva destinazione sarebbe stata quella di San Benedetto del Tronto (AP). Precedentemente al suo assassinio, aveva condotto alcune indagini sull'uccisione di Boris Giuliano, durante le quali aveva scoperto l'esistenza di traffici di stupefacenti. Tuttavia, apprestandosi a lasciare Monreale, si era premurato di consegnare tutti i risultati a cui era pervenuto a Paolo Borsellino.

La sera del 3 maggio 1980, mentre con la figlia Barbara di quattro anni e la moglie Silvana Musanti aspetta di assistere allo spettacolo pirotecnico della festa del Santissimo Crocifisso a Monreale, un killer mafioso gli spara alle spalle e poi fugge in auto atteso da due complici. Basile viene trasportato all'ospedale di Palermo dove i medici tenteranno di salvargli la vita con un delicato intervento chirurgico, ma il carabiniere muore durante l'operazione lasciando nel dolore la moglie e lo stesso Paolo Borsellino che era corso in ospedale. Vincenzo Puccio, sospettato di essere il suo assassino, verrà catturato dai carabinieri subito dopo l'omicidio ma verrà assolto tre anni dopo, creando sgomento e rabbia sia nei magistrati sia nei suoi colleghi. L'omicidio è rimasto impunito.

Tre anni dopo la sua morte, il 13 giugno 1983, morirà ucciso il capitano Mario D'Aleo, che aveva preso il posto di Basile come comandante della Compagnia dei carabinieri di Monreale, sempre per mano di Cosa Nostra; insieme al D'Aleo e all'appuntato Giuseppe Bommarito, trovò la morte in quell'agguato anche l'ex autista di Basile, il Carabiniere Pietro Morici.

In ricordo del capitano Basile e del capitano Mario D'Aleo, la giornalista Michela Giordanoha scritto il libro 'QUANDO RIMASERO SOLI'.

Nel 1992, la condanna all'ergastolo per Salvatore Riina e per Francesco Madonia è diventata definitiva.

Medaglia d'oro al valor civile alla memoria nel 1982. In sua memoria, a Taranto è stata intestata una Scuola Elementare. In provincia, a Massafra porta il suo nome la Caserma dei Carabinieri mentre a Ginosa e Manduria, portano il suo nome i Presidi di 'Libera'. Nel 2013, il Comune di Monreale gli conferisce la cittadinanza onoraria. (Fonte: Wikipedia)

 

 

 

 

05/05/2020 - Pubblicato da Telepatti.it
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