Teatro, a Taranto un balletto per omaggiare Maria Callas
Uno spettacolo di teatrodanza dedicato alla diva della lirica Maria Callas è portato sulle scene dalla compagnia Altradanza diretta da Domenico Iannone. Il balletto 'Maria Callas, la voce' debutta a Taranto venerdì 1° aprile al Teatro Fusco, per gli Amici della Musica “Arcangelo Speranza”, e vuole rappresentare un omaggio dove saranno eseguite anche musiche dal vivo con la direttrice d’orchestra Grazia Bonasia, che ha destrutturato e riscritto note e testi originali delle arie rese immortali dalla «divina».
Un tributo con il quale vengono anticipate le celebrazioni del centenario del soprano americano di origini greche, nata a New York il 2 dicembre 1923. Una leggenda della lirica che gli Amici della Musica ricordano proprio mentre lo storico sodalizio ionico quest’anno festeggia un secolo di attività con gli eventi della 78esima Stagione concertistica.
In scena, Sabrina Speranza, volto storico della Compagnia AltraDanza con un lungo apprendistato all’Ailey School di New York, e un corpo di ballo formato da Simona Cutrignelli, Marika Mascoli, Giada Ferrulli, Sara Mitola, Mino Viesti e Mimmo Linsalata; la maestra del balletto è l'insegnante Milena Di Nardo. Le musiche verranno eseguite dal vivo dal soprano Vittoria Didonna e da un trio strumentale composto dai violinisti Eliana de Candia e Domenico Masiello e dalla violoncellista Anila Roshi.

«Raccontiamo una vita ricca di chiaroscuri e apparenti contrasti», spiega Iannone riferendosi alle due personalità che vissero nella cantante in un eterno confronto-scontro. «Da un lato c’è Maria, dall’altro Callas. E noi - dice Iannone - raccontiamo il mito di una donna e artista straordinaria che, da ragazza impacciata agli esordi, semplice ma anche caparbia, goffa e determinata al tempo stesso, diventa diva».
Come nessun’altra, Maria Callas seppe donare eternità alcune arie, a partire da «Casta diva», la preghiera della sacerdotessa Norma nell’omonimo capolavoro belcantistico di Bellini, resa dal più grande soprano di tutti i tempi un’invocazione ai confini della trascendenza. «Lei stessa viene osannata come una dea dal pubblico e dalla critica, anche se il suo desiderio più profondo, riemerso come un antico rigurgito, è di avere un marito da amare e dal quale essere amata, una famiglia della quale prendersi cura. Ecco allora - conclude Iannone - il bianco e il nero che coesistono in questa donna nata Maria, diventata Callas e tornata ad essere Maria al termine di una travagliata esistenza, conclusasi con un tragico epilogo». (Foto di Gennaro Guida)
01/04/2022 - Pubblicato da Telepatti.it
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