Traversata Vulcano-Golfo di Patti: la memorabile impresa di Biagio Scibilia

Un’impresa eccezionale quella compiuta da Biagio Scibilia, che ha fatto della domenica 3 agosto 2014 una data memorabile.

Una temeraria traversata a nuoto, senza nemmeno l’ausilio delle pinne, lunga 21.75 km. Questa la distanza dalla punta più esposta di Vulcano al traguardo prefissato del golfo di Patti, presso il Lido Yachting Club Beach di San Giorgio di Gioiosa Marea.

Un’impresa nell’impresa, per di più, considerati i 6 km che si sono poi aggiunti e che il performer pattese ha dovuto affrontare: scarrocciato dalle forti correnti che proprio ieri hanno deciso di remargli contro, Biagio ha nuotato così per 27.75 km.

L’avventura ha avuto inizio all’alba, alle 5 del mattino precisamente, per terminare almeno nei programmi dalle ore 14 alle 16 al massimo. E così sarebbe stato se non fosse che il triatleta, pure su consiglio venutogli dai tecnici che dalle imbarcazioni d’appoggio lo hanno accompagnato bracciata per bracciata, ha deciso di avvicinarsi alla costa il più possibile, e di lì alla meta. Un prolungamento necessario date le correnti e che gli avrebbe permesso di arrivare perfettamente nei tempi previsti ma nei pressi di Capo Calavà. Senonché a tutti i costi, nonostante il sempre più elevato grado di difficoltà delle correnti e le forze allo stremo, Biagio deve arrivare alla meta prestabilita. E lo farà, seppur dopo le 18.  

La corrente trasversale, che ha raggiunto anche una velocità di due nodi, ha così ieri minato la riuscita della traversata, ma invano data la tenacia di Biagio Scibilia. Nondimeno la preparazione, che da un anno ha rubato alle sue giornate ore ed ore di tempo. Non solo di fatiche in piscina, ma pure in mare dove nell’ultimo mese e mezzo tutti i bagnanti del golfo pattese hanno cominciato a tifare per lui, vedendolo tutti i giorni in solitaria nuotare e nuotare ancora, per circa sei ore lungo tutta la costa.

Altri nuotatori hanno in passato improntato sfide del genere, ma l’energica risolutezza di Scibilia diventa unica dinnanzi alla considerazione che il trentaquattrenne non è un nuotatore, ma un podista, recente atleta triathlon, ovvero approcciatosi solo in secondo tempo alle altre discipline sportive, e proprio da ultimo al nuoto.

Ma nonostante la spalla sinistra e il piede destro provati dall’estrema preparazione e dolenti ancor prima della partenza, malgrado i tratti in mare pieni di meduse urticanti, che subito gli causano bruciore nei punti non protetti dalla muta - arrossamenti ancora ben visibili al termine della disfida su collo, mani e piedi – Biagio Scibilia ce la fa: dopo 12h 48’ 47’’ termina la traversata e si erge dall’acqua camminando sulle sue gambe incontro all’ovazione del pubblico emozionato che lo attendeva.

Da qui un pensiero di uno spettatore, che sembrandoci appropriato riportiamo: nel messinese abbiamo non solo il grande Nibali ciclista appena vincitore de Le Tour de France, ma a questo “Squalo” se ne aggiunge un altro, Biagio Scibilia.




03/08/2014 - 
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