Patti (Me): Fa ricorso al Prefetto contro una multa, assolto dall'accusa di calunnia

Fa ricorso al Prefetto di Messina contro un verbale dei carabinieri e dichiara che i militari dell’Arma avessero accertato il falso. Contro di lui era scattata la denuncia per calunnia da parte delle fiamme argento che avevano elevato la multa. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Patti, Ugo Domenico Molina, ha, però, stabilito il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste.

L’episodio risale al settembre 2013 quando l’uomo presentò ricorso al Prefetto di Messina, per tramite della Compagnia carabinieri di Patti, contro il verbale con cui i militari dell’Arma gli avevano contestato, qualche giorno prima, di non essersi fermato allo stop, infrangendo, così quanto previsto dal codice della strada. L’uomo, nel ricorso, aveva affermato che era assolutamente falsa la contestazione ai suoi danni e che, lui, contrariamente a quanto accertato dai carabinieri, si era fermato allo stop e che i militari si trovavano ad oltre cento metri dall’incrocio e per questo motivo non avrebbero potuto attestare e vedere l’omesso arresto del veicolo. Da qui la denuncia per calunnia.

L’avvocato difensore, Maria Rita Mondello, ha fatto valere la tesi, accettata dal giudice, che chi, con ricorso al Prefetto, definisce “falsa” la contestazione a lui mossa, argomentando in modo analitico, le ragioni della non veridicità degli addebiti, non commette reato di calunnia, in quanto rappresenta l’unico mezzo di confutazione delle accuse e rientra nell’esercizio legittimo di difesa.

Per questo motivo il giudice del Tribunale di Patti ha stabilito il non luogo a procedere del l’imputato perché il fatto non sussiste. 

25/07/2015 - Pubblicato da Telepatti.it
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