Ucria, Ferragosto di sangue per il parcheggio: rinviato a giudizio il duplice assassino

Il folle Ferragosto dello scorso anno ad Ucria, tranquillo (o quasi) paesino dei Nebrodi, quando per un posto auto 'riservato invalido' conteso si arrivò ad una spedizione punitiva guidata da persone non molto raccomanbabili del posto contro un forestiero usurpatore con conseguente sparatoria e morti ammazzati, ha trovato uno sviluppo processuale.

Il Gup di Patti Andrea Apollonio a conclusione dell'udienza preliminare ha rinviato a giudizio  il macellaio 30enne di Paternò Salvatore Russo, accusato di duplice omicidio, per la morte di Antonino e Fabrizio Contiguglia, e di tentato omicidio per il grave ferimento di Salvatore Contiguglia. Il processo inizierà il 21 ottobre davanti alla corte d'assise di Messina.

Come si ricorderà, il Russo disse che per difendersi dall'aggressione riuscì a strappare dalla mano di uno degli aggressori, nella conseguente colluttazione, una pistola e per difendersi, aver anche fatto fuoco, finendo per assassinare due persone e ferire gravemente una terza. Per questo fu arrestato e furono respinte dal Gip tutte le istanze di scarcerazione per legittima difesa.

Nel corso dei mesi, dalle indagini della Procura e dei Carabinieri di Patti è emerso che non si è trattata di leggitima difesa, ma che la pistola era la sua, visto che fu trovata nel giardino della sua abitazione di Paternò dai militari, nascosta in una botola; l'aveva acquistata illegalmente da un rumeno e quando lo scorso agosto andò a fare la villeggiatura presso un suo parente di Ucria, l'aveva portata con sè. Per quale motivo era giunto armato al paesino? Il processo probabilmente chiarirà anche la posizione del suo parente, che probabilmente era il vero antagonista dei Contiguglia e contro il quale si era organizzao il raid punitivo dove alla fine è scappato il morto, anzi due (quasi tre!)

Il Gup  ha rinviato a giudizio anche alcuni familiari delle vittime, Giovanni Santino Contiguglia, Vittorio Contiguglia e Salvatore Contiguglia, che rispondono in concorso di violenza privata.

Probabilmente nei mesi di detenzione in carcere, il Russo avrà meditato sulla gran fesseria di aver voluto trascorrere le sue ferie nel piccolo borgo montano, seguendo magari la moda del turismo alternativo (quello esperenziale nei paesini di montagna) dove è riuscito in poche ore di permanenza ad  urtare la suscettibilità di qualche boss locale per un parcheggio illegalmente detenuto, e di non essere andato invece in una banale pensione di qualche famosissima località turistica (e in Sicilia ce ne sono tante), dove il posto auto magari è garantito con un piccolo sovrappiù.

 

 

 

 

 

27/07/2020 - Pubblicato da Telepatti.it
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