Si accettano miracoli: una fiaba sovradimensionata

Fulvio (Alessandro Siani) è l’unico di tre fratelli ad aver lasciato il paese d'origine per andare a lavorare in città. Vicecapo del personale in una grande azienda, ovvero tagliatore di teste senza scrupoli. Dopo aver fatto piazza pulita dei rami secchi della multinazionale per cui lavora, viene lui stesso licenziato.

La reazione alla notizia non è proprio ortodossa: Fulvio risponde con una testata al direttore della sua ditta e per questo viene arrestato. Poi viene condannato a trascorrere tre mesi presso la casa famiglia del fratello, Don Germano (Fabio De Luigi), da anni parroco in un piccolo paese del Sud Italia. Li ritrova anche la sorella Adele (Serena Autieri), sposata ma insoddisfatta, con un marito spento e sgonfio.

Finito in un posto dove la modernità non è arrivata, in un paesino fermo ancora agli anni cinquanta, di fronte alle difficoltà della parrocchia che rischia di dover chiudere la casa famiglia a causa dei debiti, Fulvio decide di aiutare la comunità e la chiesa locale. Ma ci vorrebbe un miracolo. Così, all’insaputa di tutti, se ne inventa uno e fa credere a tutti che la statua del Santo abbia lacrimato. Migliaia di pellegrini iniziano ad accorrere al paesino, l’economia si smuove e tutto sembra funzionare alla perfezione sino a quando il Vaticano non decide di mandare i Cardinali per certificare il miracolo. Ed è il momento in cui Fulvio dovrà confessare di essersi inventato tutto, ma i paesani, che il miracolo economico lo hanno avuto veramente, non vogliono che si smascheri la truffa e si organizzeranno per convincere gli inviati della Santa Sede della veridicità del finto miracolo.

Rispetto alle aspettative, “Si accettano miracoli” delude le attese. A parte l’idea del miracolo inventato, molto carina ma non in grado di reggere tutto il lungometraggio, tutto il resto gira in maniera confusa, senza un legame apparente che alla lunga risulta perdente. I tre soggetti principali, ovvero i tre fratelli, non hanno una loro identità, un loro carattere. Serena Autieri appare e scompare senza lasciare il segno, Fabio De Luigi sembra sperduto e tutto ruota attorno a Siani che dovrebbe salvare il salvabile. L’attore fa discretamente la sua parte, ma niente di più. In alcune scene sembra voler imitare in maniera sommaria il grande Massimo Troisi. Ma il divario tra i due è incolmabile e Siani ne esce malamente sconfitto.

Al di là della vicenda del miracolo inventato, l’unica nota degna di nota è la storia d’amore tra Fulvio e Chiara, una ragazza cieca che adora i fiori. Ma il racconto di questo sentimento che sboccia trova poco spazio e viene raccontato in maniera banale e superficiale.

“Si accettano miracoli” parte con grandi aspettative. Il primo tempo sembra poter soddisfare le attese, ma con lo scorrere delle scene, fa presto rendere conto lo spettatore che le aspirazioni di Siani sono sovradimensionate rispetto a quanto riesce realmente ad offrire. 

01/01/2015 - 
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